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L’EDITORIALE DI LUGLIO – 3 milioni di Euro per un Roma-Milano?

L’EDITORIALE DI LUGLIO – 3 milioni di Euro per un Roma-Milano?

Scrivo questo editoriale mentre da tutte le agenzie stampa ricevo comunicati trionfali sull’impresa (affascinante, indubbiamente) del Solar Impulse 2 che ha traversato l’Atlantico dopo un volo epico alimentato dalla sola energia solare e condotto “alla velocità di uno scooter”, come dice con una vena di torinese sarcasmo il nostro Giancarlo Riolfo. E aggiungo io “uno scooter di quelli moscetti, di quelli che arrancano in salita”, visto che la media, con un po’ di favore del vento, è stata di 95 km/h. Per una volta lasciamo stare il politically correct e ragioniamo sulla valenza di un’impresa che, a mio opinabilissimo giudizio, è stata assolutamente inutile, anzi… dannosa.

Perché inutile? Perché se si voleva dimostrare che “era possibile” lo si poteva fare risparmiandoci la grande mistificazione della ricerca tecnologica, degli sviluppi futuri dell’aviazione, del fantascientifico trasporto di persone e merci con inquinamento zero. Si organizzava una spettacolare e costosissima impresa sportiva e ne veniva fuori un qualcosa di epico. Certo, Solar Impulse 2 ha dimostrato che è “possibile”, ma anche che è molto difficile: basti pensare alle dimensioni del velivolo, alla necessità di un doppio hangar dedicato (uno va allestito rapidamente sul punto previsto di atterraggio che può variare a secondo della meteo incontrata in volo) e di un team di supporto tecnico scientifico che ha il solo scopo di far volare a velocità ridicola e in condizioni meteo calme una roba esageratamente costosa, grande e delicata. Salvo imprevisti, ovviamente, come lo stop forzato di sette mesi alle isole Hawaii per un surriscaldamento delle batterie nella parte finale della prima tratta attraverso il Pacifico, che ha imposto una riprogettazione del sistema di raffreddamento; peccato che nel frattempo il periodo meteorologicamente favorevole fosse ormai passato. Insomma, che fosse possibile lo si era capito già dai primi voli test, visto che l’aereo comunque riusciva a volare immagazzinando energia solare con un’ala delle dimensioni di un campo di calcio ricoperta di pannelli; la valenza di un giro del mondo, a mio giudizio, doveva essere solo quella dell’impresa sportiva.

Perché dannosa? Perché i risultati saranno mistificati e presentati per quello che non sono, alimentando inutili discussioni e speranze, e soprattutto aprendo la strada a molti, moltissimi progetti di ricerca che andranno in una direzione che al momento semplicemente non potrà mai funzionare. Il che significa soldi buttati in ricerche fini a se stesse, con l’alibi osceno della compatibilità ambientale, dell’ecologia e della sostenibilità. Vogliamo scommettere? E scommettiamo che i soldi spesi in questa direzione saranno un’enormità, in linea con il costo di questa impresa? Già, quanto è costata questa impresa? I calcoli si faranno alla fine, ma al momento si parla di circa 250 milioni di euro, il che vuol dire per questo giro del mondo un costo di circa 6.250 euro/km. Come dire che un Roma Milano si fa con poco più di 3 milioni di euro in circa 6 ore. Ma di che stiamo parlando? Il progresso non è questo, come non è progresso presentare aerei elettrici in grado di volare 18 minuti, ma di fare tanta scena. L’unica via che al momento vedo praticabile è quella dei sistemi ibridi, motore elettrico e motogeneratore, la via che stanno seguendo i principali costruttori per l’immediato futuro. Onore dunque a Bertand Piccard e André Borschberg per la loro fantastica impresa sportiva (solo per andare da New York a Siviglia hanno impiegato 71 ore di volo, tre giorni e tre notti ai comandi!), ma smettete di raccontarci che il futuro del volo è questo.

Rodolfo Biancorosso – direttore@vsaviation.it

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