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L’editoriale di ottobre 2019: aviazione, ambiente e politica

L’editoriale di ottobre 2019: aviazione, ambiente e politica

Se la nostra generazione si estinguerà, e con lei l’ambiente, sarà solo per l’ipocrisia

Vi propongo un editoriale diverso dal solito, che comunque riguarda da vicino il mondo del volo, della ricerca e dell’aviazione commerciale. Ormai la parola d’ordine mondiale è “Salviamo il pianeta”, sull’onda della piccola Greta Thunberg. Ragazzina che mi fa molta tenerezza, senza dubbio profondamente sincera e convinta di quanto afferma, così come senza dubbio supportata e indirizzata da un gruppo sin troppo defilato e potente: provate voi a manifestare per l’ambiente e arrivare poi all’ONU per strigliare con toni apocalittici e violenti i potenti del mondo, se ci riuscite. Ah, e per non inquinare fatelo con una barca a vela di proprietà di un principe, da svariati milioni di euro, un tripudio di tecnologia, di carbonio e di celle al litio, una barca per produrre la quale si è inquinato come neanche Greta riesce a immaginare, sempre se ci riuscite.

Questa premessa per dire che la sacrosanta lotta (che deve essere di ognuno di noi, a partire dalle piccole cose) per preservare l’ambiente riuscirà nel suo scopo solo se si toglierà dal piede la palla di piombo dell’ipocrisia politicamente corretta, dell’estremismo e dei toni apocalittici che, come ha commentato dopo il discorso all’ONU di Greta l’editorialista Chris Kenny a Sky News Australia “segnano la definitiva sconfitta della razionalità”. E veniamo al nostro settore. Il neonato governo italiano ha appena proposto due tasse ecologiche, probabilmente per farle “digerire” meglio: una sulle merendine e sulle bibite zuccherate, e una sugli inquinanti voli di linea, sull’onda di quanto già fatto dal governo francese e di quanto previsto dalla Germania che ha stanziato 100 milioni di euro nei prossimi anni per la ricerca sull’ambiente, ma prenderà questi soldi con altre tasse “ecologiche”. Buffonate, ipocritamente e drammaticamente sbagliate. Una tassa sulle merendine non modificherà la loro fabbricazione: le famiglie con un buon reddito continueranno a comprarle, magari cambiando poi il loro orientamento di voto come effetto “rimbalzo”, le famiglie con problemi le compreranno di qualità scadente nei discount. I passeggeri continueranno a volare, non sarà certo un euro e mezzo a fermarli (già abbiamo le addizionali comunali sui biglietti), ma la concezione di considerare le compagnie aeree e i passeggeri come mucche da mungere per una giusta causa è più che demenziale in uno scenario che nessuno ha davvero capito fino in fondo. La richiesta di voli è in salita al ritmo del 4% all’anno, eppure mentre andiamo in stampa è stata appena bloccata Thomas Cook, antica agenzia di viaggi inglese, per un buco da 200 milioni di sterline; fermi i loro aerei e dispersi nel mondo circa 600.00 turisti e lavoratori. Non c’entra nulla con la tassa ecologica sui voli, ma deve far riflettere: le compagnie low cost non potrebbero esistere senza robusti contributi delle varie nazioni, l’equilibrio che si è raggiunto in nome della competitività è fragilissimo e basta davvero un nulla a incrinarlo. E se si tratta del MCAS del Boeing 737 MAX o si tratta dell’insolvenza di una compagnia, gli effetti a catena sul settore e sulla mobilità umana sono una vera e propria reazione nucleare.

Se ne esce solo con la politica a medio e lungo termine, senza proclami e senza ipocrisie, cercando con ogni possibile mezzo di convincimento e di pressione il coinvolgimento di tutte le potenze mondiali. Inutile che l’Europa si dissangui per limitare del 10% le emissioni nei prossimi anni quando poi la Cina sino al 2030 è libera di inquinare anche 10 volte tanto quanto fa oggi. Politiche che devono essere basate su programmazioni scientifiche e razionali, appunto, e su interventi concreti: se non si inizieranno a costruire le necessarie infrastrutture non se ne uscirà mai. Quali? Piste ciclabili ovunque, e vedrete che le bici elettriche si diffonderanno, colonnine di ricarica ovunque, e vedrete che le auto elettriche si diffonderanno e con i numeri scenderanno di prezzo. Centrali nucleari moderne (dismettendo le migliaia a carbone e a gas) per produrre tutta l’elettricità che sarà richiesta, e vedrete che l’inquinamento diminuirà come per incanto. Lascio per ultimo il volo: la ricerca che si sta facendo è affascinante, ma ipotizzare che nel medio periodo i liner possano volare in elettrico è pura stoltezza. Molto meglio concentrare la ricerca sui carburanti bio, sui rapporti di diluizione e sull’efficienza dei nuovi motori: oggi si consuma il 60% in meno rispetto ai primordi dell’era del jet, e il 15% in meno rispetto ad appena dieci anni fa. Sono questi i veri progressi per tutelare il nostro ambiente, quelli praticabili subito, ma in mancanza di alternativa nel campo dei voli commerciali, sinché abbiamo solo gli attuali jet, tanto varrebbe dire: “Abbiamo bisogno di soldi, vi aumentiamo le tasse” senza pretendere motivazioni politicamente corrette per far vedere che ci teniamo all’ambiente. Altrimenti il passo verso lo splendido A330 di Cook Airlines che vedete in foto, e che mentre scriviamo è fermo a terra non si sa per quanto, è questione di un attimo.

Rodolfo Biancorosso

direttore@vfraviation.it

 

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