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L’EDITORIALE DI MARZO – CHE BRAVI QUEI PILOTI!

L’EDITORIALE DI MARZO – CHE BRAVI QUEI PILOTI!

Un editoriale diverso dal solito, che si occupa di un aspetto troppo spesso trascurato perché, generalmente, lo diamo per scontato: la preparazione dei piloti, a tutti i livelli.

Le criticità di addestramento nel settore da diporto o sportivo sono un ricordo degli anni ’90, perchè va riconosciuto alle scuole di volo (la maggioranza) di aver raggiunto standard eccellenti e di avere oltretutto il merito del rilancio delle scuole di volo per la Licenza PPL di pilota privato.

Contemporaneamente si sono rinnovati i testi e i manuali, e nel nostro piccolo sono anni che affrontiamo temi inerenti alla preparazione, alla sicurezza volo e alle modalità con cui affrontare gli imprevisti che possono accadere. I piloti oggi possono arrivare a un ottimo livello di preparazione e possono soprattutto tenersi costantemente aggiornati, mi limito a citare il ciclo di incontri “Volare sicuri” ospitato sui principali campi di volo italiani.

Una preparazione impeccabile e aggiornata fa la differenza quando si devono prendere decisioni rapide, quando non c’è il tempo per una seconda possibilità, ed è scontata nel caso di chi professionalmente fa il pilota: impeccabile la gestione di una grave emergenza a bordo di un Boeing 737-700 (pag 90) con gli inevitabili complimenti della compagnia SouthWest, e a mio giudizio impeccabile anche la gestione di una entrata in IMC avvenuta lo scorso 9 Febbraio nei pressi di Torino a un elicottero AB412 “Drago 66” dei Vigili del Fuoco. Tralascio ogni considerazione sull’entrata in IMC, che secondo molti è unicamente un errore di valutazione e di programmazione, ma che può accadere ed essere realmente involontaria (lo scrivo da qualche anno) anche quando ai comandi c’è un professionista.

Passare da condizioni VFR con visibilità magari ridotta, ma ancora in contatto con il terreno, a condizioni IMC di bianco assoluto, con il disorientamento spaziale che può intervenire in una questione di secondi, è una delle peggiori emergenze quando si è in vicinanza del terreno o, come in questo caso, di un monte.

Il pilota ha deciso in fretta, riuscendo a mantenere un difficile contatto visivo con il suolo, in questo caso il costone di un monte con una radura abbastanza ampia: ha fatto scendere tutti con il verricello, incluso il secondo pilota, ed è rimasto in hovering mentre i suoi colleghi di equipaggio tagliavano alberi e rami per liberare lo spazio di atterraggio.

Dopo 20 minuti di hovering, con una tensione che possiamo solo immaginare, l’elicottero è atterrato senza danni, ed è stato recuperato nei giorni successivi con uno Skycrane.

Ebbene, mi ha stupito leggere commenti velenosi sul comportamento del pilota, quasi avesse rischiato inutilmente un elicottero con un atterraggio difficilissimo, piuttosto che “fare il suo mestiere”, vale a dire pilotare, senza infilarsi in IMC “prima”, o uscendone fuori “dopo” con chissà quali ausili e vettoramenti vari.

Io mi sento di dire un “bravo!” di cuore a quel pilota che ha fatto la scelta giusta, e mi limito a ricordare che solo pochi giorni prima a Campo Felice un AW 139 del 118 si era schiantato sul costone dopo aver recuperato uno sciatore con una gamba malamente fratturata, proprio per essere entrato in IMC subito dopo il decollo, con il risultato di sei persone decedute. E mi sento di dire “bravo!” anche all’amico pilota sportivo che in pochi secondi ha preso la decisione giusta ragionando, anche se in condizioni difficilissime, a seguito di una piantata motore (pag 92).

I motivi dell’entrata in IMC per l’elicottero e della piantata motore per il velivolo VDS li si analizzano dopo, ma quando un pilota “fa la cosa giusta” vuol dire semplicemente che la preparazione, gli aggiornamenti, gli articoli sulla tecnica e sulla sicurezza volo, l’analisi degli incidenti, alla fine funzionano.

Chiudo con un pensiero di grande affetto per Franco Bugada, giornalista aeronautico e storico di grandissimo valore, grande amico e vera colonna della nostra rivista, mancato qualche giorno fa all’improvviso.

Con Carlo d’Agostino, che per una vita ha costituito con Franco un “duo inossidabile” abbiamo deciso di pubblicare gli articoli che Franco aveva preparato insieme a lui, come l’unico omaggio possibile.

Ne abbiamo alcuni e per un po’ Franco Bugada continuerà a “tenerci compagnia” anche da queste pagine.

Rodolfo Biancorosso – direttore@vfraviation.it

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