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Wake turbulence A380: questa volta è andata bene

Wake turbulence A380: questa volta è andata bene

Vi proponiamo le prime notizie su un incidente che, pur essendosi risolto positivamente, fa molto pensare sulla gestione della sicurezza volo: è indubbio che l’aspetto della turbolenza di scia dei grossi liner debba essere affrontato con un nuovo approccio e, senza dubbio, con la collaborazione dei piloti che giornalmente si confrontano con questo problema. Il Challenger 604 marche D-AMSC, decollato dall’aeroporto di Male, nelle Maldive, per un volo executive con 9 persone a bordo, era in aerovia a FL340 quando ha incrociato un Airbus A380 che volava in direzione esattamente opposta a FL 350, 1.000 piedi più in alto, in una zona a 630 nm a sud est di Muscat (Oman), sull’Oceano Indiano (Arabian Sea), e a 820 nm a nord ovest di Male (Maldive). Poco tempo dopo (circa 1-2 minuti) il Challenger ha incontrato una severa turbolenza di scia che ha causato la totale perdita del controllo; il velivolo ha rollato su se stesso più volte (da 3 a 5 volte), entrambi i motori si sono spenti e i piloti sono stati in grado di recuperare il controllo dopo aver perso circa 10.000 ft (3.000 m).

I motori sono stati riaccesi (le prime cronache riportano un solo motore, il destro, altre notizie parlano di entrambi i motori) e il velivolo ha effettuato un atterraggio di emergenza sull’aeroporto di Muscat (Oman), i passeggeri hanno riportato numerose ferite e sono stati ricoverati negli ospedali della zona. Nel periodo caratterizzato dalla perdita di controllo il velivolo ha più volte superato il limite massimo di g ammesso e, pure essendo stato in grado di atterrare senza ulteriori danni, è stato dichiarato irrecuperabile (written off).

L’Airbus A380-800 con ogni probabilità era il velivolo Emirates marche A6-EUL, volo EK-412, da Dubai a Sydney, dopo aver incrociato il Challenger in direzione opposta ha regolarmente continuato il suo volo arrivando alla destinazione prevista. Al momento dell’incidente la zona era interessata da un forte vento di nord ovest (in prua per il Challenger, in coda per l’Airbus) che potrebbe aver avuto una influenza netta sull’andamento della turbolenza di scia, incontrata dopo aver percorso una distanza tra le 10 e le 20 nm dal punto dell’incrocio. Non si tratta del primo incidente dovuto alla scia di un A380, attualmente il più grande aereo passeggeri in servizio, e dal 2009 al 2012 sono almeno 4 gli incidenti (due di essi con feriti a bordo) e due le segnalazioni riportate.

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