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Un atterraggio duro che fa pensare

Un atterraggio duro che fa pensare

L’aereo, con due piloti a bordo, era decollato per un volo locale e stava rientrando alla base di partenza dopo circa 20 minuti di volo, condotti senza alcun problema. In fase di avvicinamento e prima di entrare in finale il motore improvvisamente restava al regime di minimo, nonostante vari tentativi di accelerarlo.

Il pilota, avendo ancora quota sufficiente e un campo ampio a portata di mano, ma non potendo arrivare in pista, decideva correttamente per un atterraggio di emergenza.

L’atterraggio avveniva regolarmente, ma a causa dell’erba alta e del terreno pesantissimo, completamente intriso di acqua, al momento della toccata la gamba anteriore si piegava e l’aereo, con il motore che continuava a girare al minimo, impattava con le pale dell’elica che si rompevano, e poi con il musetto che puntandosi nel terreno determinava il ribaltamento dell’aereo.

La cellula di sicurezza di fusoliera è rimasta integra e i piloti, dopo aver aperto le portiere, sono usciti autonomamente completamente illesi, non hanno avuto bisogno di nessun tipo di assistenza.

Non hanno avuto perdite di carburante poichè i serbatoi in alluminio sono rimasti integri, essendo alloggiati dietro il longherone alare principale. Anche le cinture di sicurezza a quattro punti, ben ancorate e ben regolate, hanno sopportato bene la decelerazione e il successivo cappottamento, trattenendo correttamente i piloti.

Due considerazioni:

1 – il pilota ha preso la decisione giusta: anzichè insistere con i tentativi di ridare potenza al motore, ha effettuato subito un atterraggio di emergenza, decisione presa in pochi istanti vista la quota ridotta, anche se sufficiente per una corretta gestione dell’emergenza

2- la particolare struttura del velivolo, costituita da una fusoliera con traliccio reticolare in acciaio saldato di grande robustezza, ha lavorato correttamente garantendo ai piloti una cellula di sicurezza efficace. Notiamo, ad esempio, che nonostante il contatto decisamente duro e il successivo ribaltamento, le portiere non si sono deformate e i piloti hanno potuto aprirle senza alcun problema. Anche la posizione dei serbatoi protetta dietro il longherone alare principale si è dimostrata una validissima ai fini della sicurezza passiva.

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