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L’EDITORIALE DI NOVEMBRE – AEREI, COMPETENZA E CORAGGIO: UN PAESE VIVO, MA NON LO SANNO

L’EDITORIALE DI NOVEMBRE – AEREI, COMPETENZA E CORAGGIO: UN PAESE VIVO, MA NON LO SANNO

Lo scorso mese, dopo aver visto la foto di un perplesso Presidente del Consiglio Gentiloni seduto dentro un aereo del quale probabilmente non sa nulla, avevo titolato l’editoriale “Un Paese morto, ma non ve lo dicono”. Con il massimo rispetto (e a questo punto anche con ammirazione senza limiti) per la ditta pugliese della quale non ricordo il nome, visto che le sono stati appena assegnati 5,9 milioni euro (sì, milioni, avete letto bene) di contributo pubblico (cioè soldi miei e vostri) tramite Puglia Sviluppo. Un contributo davvero monstre che almeno sta a significare che in quell’azienda sono proprio bravi, che investono e che creano posti di lavoro.

Ma non sono né qualunquista, né disfattista, e immagino quindi cosa potrebbe fare Alberto Porto con un decimo di quel contributo, visto che da solo, senza alti patrocini e senza aiuti finanziari, ha progettato, costruito e commercializzato l’ultraleggero più veloce al mondo (veloce nel senso che fa letteralmente i giri intorno a quelli che dicono di avere le stesse velocità) e, oggi, anche quello con la maggiore velocità e autonomia (oltre 3.000 km!) in assoluto sulle lunghe distanze. Alberto mi raccontava che la produzione dei prossimi due anni è tutta venduta, e senza dubbio l’eco della traversata atlantica a tempo di record gli procurerà altre richieste cui non potrà far fronte, perché per ingrandire il piccolo atelier di Pavullo, dove oggi costruisce i Risen, avrebbe bisogno di un adeguato finanziamento. Poi, però potrebbe vendere anche qualche centinaio di aerei, visto che nonostante il prezzo senza dubbio elevato il Risen è oggi nel mondo uno degli oggetti più desiderati, così come lo sono le fantastiche hypercar Pagani delle quali Alberto Porto ha curato l’aerodinamica. Esiste quindi un’Italia che è più che viva, che è fatta di idee all’avanguardia e di competenze davvero eccezionali, che portano a risultati eccezionali. Farò di tutto per far conoscere queste realtà alla nostra politica e spero davvero che se il Governo vuole davvero investire in nuove tecnologie e in aziende con grandi prospettive, apra gli occhi su quanto in Italia esiste e ci è invidiato da tutto il mondo; non per le chiacchiere, ma per i risultati che stracciano letteralmente qualsiasi concorrenza estera, come nel caso di Tecnam e del suo nuovo bimotore P2012, già venduto in oltre 100 esemplari a produzione appena avviata.

Ma la competenza è nulla senza un coraggio che in questo caso giudico “da leone”: Alberto Porto non è un superman, non è allenato, non è un trasvolatore, senza nulla togliere a tutti coloro che si sono preparati a lungo e scientificamente per le loro imprese. Alberto è un pilota normale, come tanti. Un ingegnere aeronautico e una mente aerodinamica fuori dal comune, ma anche uno che sino a oggi ha girato in volo al massimo qualche paese europeo su brevi o medie distanze. Credetemi che per mettersi in un abitacolo con 11.000 km davanti, dei quali migliaia e migliaia di mare aperto, per quanto si possa essere confidenti dei propri calcoli e delle prestazioni della propria stratosferica macchina volante, ci vuole un coraggio ragionato e “da leone”, che non lasci spazio all’incoscienza o all’azzardo. Un coraggio che rende Alberto Porto un grandissimo e noi di VFR orgogliosi di averlo accompagnato in questa sfida. Orgogliosi che la nuvoletta VFR, disegnata dieci anni fa da Claudio Fogliato e simbolo del volo per passione, abbia fisicamente traversato l’Atlantico sulla rotta di Balbo, a velocità record. Una sintesi perfetta sono le parole con cui Francesco Calamai ha consegnato il cronografo CR42 (n. 28 di 49 costruiti) ad Alberto:
“Caro Alberto, cerco di mettere nei miei prodotti tutta la passione e il coraggio che i nostri piloti hanno nell’affrontare ogni avventura. Sono certo che indossare questo orologio ti renderà orgoglioso almeno quanto ha reso me, orgoglioso, nel realizzarlo”.
Questa è l’Italia viva, e tutti devono sapere che esiste.

Rodolfo Biancorosso
direttore@vfraviation.it

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1 Commento

  1. lucio pugnali

    L’impresa di Alberto Porto è stata fantastica x niente seguita dai media nazionali come al solito, quando c’è un’eccellenza in Italia nessuno se accorge… peccato, altre occasioni perse in un paese fermo, anche se i politici al governo affermano il contrario x coprire la loro inadeguatezza

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