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L’EDITORIALE DI OTTOBRE – TUTTO INIZIA DA LI’

Alzi la mano chi di voi non ha mai avuto un aeromodello, costruito quando era ragazzino, o acquistato pronto al volo, anche un semplicissimo aliantino da lanciare a mano. La passione del volo si dice sia innata, e quando hai 5 o 6 anni l’unica cosa che puoi fare è proprio quella, l’aeromodellismo. Una scuola di vita che accompagnerà i tuoi anni più belli. Tutto nasce da lì, e in epoca di videogiochi e di telefonini la cosa evidentemente ancora funziona, se è vero che non esiste una sola manifestazione aerea dove non incontri bambini felici con i modellini che hanno comprato agli stand. Tra l’altro è uno dei punti sui quali dobbiamo assolutamente insistere per riportare una minima idea di volo nelle scuole, offrendo consulenza e collaborazione alle scuole che intendano promuovere la costruzione manuale dei modelli tra le attività pratiche: si tratta di una promozione che può essere fatta con cifre risibili, magari in maniera sistemica utilizzando i fondi europei, e che ha un ritorno enorme, fosse solo per insegnare ai ragazzini cosa vuol dire manualità e precisione.

Ci si aspetterebbe che l’aeromodellismo fosse protetto come arte sacra e inviolabile, almeno da chi teoricamente lo dovrebbe regolare, ma quanto sta accadendo in Italia mi lascia senza parole. Intendiamoci: non voglio usare questo argomento per prendermela con l’Aero Club d’Italia, ma lo propongo a Leoni e Cacciatore come tema di discussione (con toni più tranquilli e propositivi rispetto a quanto leggo sulle riviste e sui forum di modellismo), per capire insieme se si stanno commettendo errori madornali e se è possibile trovare un rimedio prima di creare l’ennesima insanabile frattura fra l’AeCI e la base dei praticanti. In pratica ci si è inventati (senza alcun riferimento normativo o di legge) l’attestato obbligatorio di aeromodellista, e per ottenerlo bisogna sostenere un esame che, al momento, si fa in un solo posto in Italia. Lo deve fare anche chi aveva un attestato illimitato da decine di anni e non lo ha convertito nel nuovo attestato annuale (uh, sarà che forse è un nuovo introito economico regolare per AeCI?), chi magari è stato campione del mondo o italiano, chi è un’autorità nel settore, altrimenti non vola con i modelli. Un attestato solo italiano perché negli altri Paesi non esiste. Ebbene, senza questo attestato non si può partecipare neanche alle manifestazioni non competitive (per le gare ci vuole la tessera FAI e su questo sono tutti d’accordo), ma accade che per le principali manifestazioni italiane AeCI sino a oggi non si sia mai fatto vedere; ad esempio al Meeting di Monte Cucco che dura una settimana, crea un indotto economico pauroso per la zona e che ha visto la partecipazione di 157 modellisti da Italia, Svizzera e Germania. Un ispettore AeCI che fosse venuto a chiedere l’attestato ai piloti italiani, minacciando di chiamare i Carabinieri se avessero osato volare senza, forse sarebbe stato avvistato in fase di decollo in dinamica dal dolce pendio del Cucco, ma senza deltaplano. Meglio evitare. Invece, nel caso dell’Idromeeting di Biandronno (Varese) AeCI ha messo le mani avanti da subito inviando un controllore e annunciando che i piloti (solo italiani!) privi di attestato non avrebbero potuto partecipare; ovviamente hanno partecipato senza attestato tutti i piloti tedeschi, da loro non esiste e nessuno lo può chiedere. Risultato? I principali gruppi modellistici hanno rinunciato a partecipare e lo stesso Meeting, cui nel pomeriggio di domenica 28 agosto è intervenuto Leoni, spiegando che bisogna avere l’attestato e che ci sono regole cui è necessario uniformarsi, si è svolto con ridicole limitazioni. Lascio la parola al pilota e aeromodellista senior, il “nostro” Antonio Mizzan, autore tra l’altro di uno storico testo di aeromodellismo:

“A Biandronno abbiamo avuto un “direttore di manifestazione” (sic) che proveniva dal VVC e che nulla sapeva di cosa fosse il volo IDRO RC. Quindi: niente pubblico per vedere da vicino i modelli, voli al rallentatore nelle figure “vicino al pubblico” (sic) e distanza minima di decollo e volo di almeno 25 m. Ma la cosa inconcepibile per un idromeeting è l’esclusione dei partecipanti di nazionalità italiana NON muniti di attestato di aeromodellista, obbligatorio, con una partecipazione drasticamente decurtata. E la sicurezza affidata a un “direttore” che non sapeva che in Germania da anni si fa il volo in formazione e che voleva impedirlo! Poi lo ha concesso, dicendo che si aspettava collisioni in volo (non ci sono state e abbiamo assistito alla formazione di tre Dornier, fantastica). Ma l’incredibile è stato il fatto che un aeromodellista ha dovuto chiedere il permesso per fare entrare i suoi nipoti per vedere da vicino i modelli, cosa mai accaduta in passato a Biandronno. Così si uccide l’aeromodellismo”.

Esercitare il diritto di critica e informare tutti è un nostro dovere, ma anche trovare soluzioni: caro AeCI, caro Leoni, caro Cacciatore, ne vogliamo parlare insieme e trovare una via di uscita? Siamo ancora in tempo.

Rodolfo Biancorosso – direttore@vfraviation.it

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