Select Page

L’EDITORIALE DI NOVEMBRE – AUTUNNO CALDO?

Che il settore dell’aviazione generale e sportiva, e in genere di tutta l’aviazione per passione, incluso l’interesse per i velivoli d’epoca e per la storia, sia in Italia una nicchia ai minimi termini ormai è un’evidenza da parecchi anni.

Eppure, dopo un periodo di crisi assoluta (generalizzata, e in tutti i settori, sia chiaro) che ha inciso profondamente sul mercato del volo, il 2016 ha segnato una netta inversione di tendenza sia per l’attività delle scuole, sia per una timida ripresa del mercato.

Ne ho il polso con le richieste che arrivano in redazione e con i risultati delle iniziative intraprese, le principali in collaborazione con AOPA Italia. Iniziative che non si fermano certo a un fantastico raduno in un aeroporto aperto a tutti, come accaduto a Pavullo.

E le stesse richieste dei lettori, per intervenire su problemi di varia natura, vedono in VFR Aviation un punto di riferimento o, in alcuni casi, una sorta di “ultima spiaggia” dopo che si è tentato di tutto.

Prevedo un autunno “caldo”, con numerose sfide da affrontare non solo a livello normativo, sia in Europa che in Italia, e voglio che la voce dei piloti e degli operatori del settore sia una voce ufficiale, rappresentativa, che non si limiti cioè a una serie di denunce o di proposte sulla nostra rivista.

Ci possiamo riuscire solo facendo massa critica insieme ad AOPA Italia, al momento l’unica vera associazione rimasta a fare gli interessi di chi vola; i piloti lo hanno capito e le iscrizioni hanno visto una vera impennata, ma è il momento che anche i costruttori e gli operatori del settore si riuniscano, magari in maniera informale senza bisogno di statuti e di notai, ed eleggano uno o due rappresentanti che potrebbero avere un posto ben preciso proprio in AOPA Italia.

VFR Aviation ha deciso di organizzare entro questo mese un primo incontro per arrivare ad avere una rappresentanza unica di chi in questo settore lavora, continuando la funzione di “catalizzatore” delle iniziative che sino a oggi ha prodotto risultati concreti.

E i problemi più urgenti? Ne abbiamo di due tipi:
1 – In Europa quattro nazioni (Germania, Repubblica Ceka, Slovenia e Polonia) hanno presentato al Gruppo di Lavoro una proposta congiunta, appoggiata dai relativi governi tramite i rappresentanti accreditati, sul futuro assetto dell’Annex I, in particolare sul peso massimo al decollo per gli ULM che si potrebbe portare a 600 kg. È indispensabile che anche l’Italia la appoggi e non basta certo la dichiarazione di alcuni costruttori. Ce ne stiamo occupando mentre leggete queste righe.
2 – In Italia ci sono problemi di tutti i tipi, più di burocrazia che di sostanza, che impongono – non trovo altro verbo adatto – di cambiare marcia e di guardare avanti almeno a medio termine. Ci sono realtà che funzionano e che riescono a sopravvivere grazie all’impegno pazzesco dei loro promotori e manager; parliamo di associazioni, musei, scuole di volo e organizzazioni di manifestazioni ed eventi.

Il principale problema che chi fa qualcosa di concreto nel mondo del volo deve affrontare è solo la burocrazia.

Alcuni esempi: chi ha deciso di operare professionalmente con i droni forse ha maledetto decine di volte il momento in cui ha preso questa decisione, trovandosi a impazzire con regolamenti che venivano prima proposti con enfasi come conquiste all’avanguardia, per essere poi, più volte, completamente stravolti pochi mesi dopo.

Molti hanno gettato la spugna. Gli aeromodellisti stanno vivendo una sorta di scissione drammatica, tra chi accetta e chi rifiuta le nuove regole, per la questione dell’attestato (che esiste solo da noi) e della registrazione dei modelli, con il rischio che il grosso dell’attività in futuro si svolga per scelta consapevole al di fuori delle regole, magari in campi lontani da occhi indiscreti; insomma un ritorno alla “carboneria” che non solo sarebbe una sconfitta per tutti, ma creerebbe problemi seri visti i numeri dei quali stiamo parlando.E che gli aeromodellisti per primi non vorrebbero.

Gli organizzatori di manifestazioni, infine, si devono confrontare con norme di controllo non solo restrittive e arbitrarie (viste le leggi cui si riferiscono), ma francamente del tutto inutili per come poi vengono applicate: ho personalmente visto controllori di manifestazione la cui presenza era assolutamente superflua, ricordati solo per aver imposto idiozie lunari e divieti ridicoli in organizzazioni con decine di anni di esperienza e con una conoscenza profonda del settore di cui si occupano da anni.

Lo stesso mercato, sulla cui ripresa scommettiamo in tanti, non partirà mai se gli organizzatori di eventi gettano la spugna per non rovinarsi la vita.

Continuo a essere ottimista e a pensare che la proposta che faccio da tempo a tutti gli operatori del settore, Enti inclusi, di sedersi intorno a un tavolo e discutere del futuro senza preconcetti, magari accettando di rivedere decisioni che la base dei praticanti ha dimostrato essere errate e controproducenti, sia l’unico modo per andare avanti e per far crescere il nostro mondo a vantaggio di tutti. Enti compresi, ovviamente.

È così difficile da capire?

Rodolfo Biancorosso – direttore@vfraviation.it

Advertisement

1 Commento

  1. lucio pugnali

    Per i burocrati Italioti sicuramente sì è difficilissimo capirlo, non conoscono neanche la materia di cui si sta discutendo, diversamente non scriverebbero leggi del genere.

    Rispondi

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Ti è piaciuto?

CONDIVIDI QUESTO ARTICOLO CON I TUOI AMICI !

Ti è piaciuto ?

CONDIVIDI QUESTO ARTICOLO CON I TUOI AMICI