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L’EDITORIALE DI FEBBRAIO – CARO PAOLO

L’EDITORIALE DI FEBBRAIO – CARO PAOLO

Su VFR Aviation di Dicembre scorso avete letto un articolo sullo stato di abbandono in cui versa lo storico idroscalo di Orbetello, con la proposta di rivalutarlo e farne una sorta di museo all’aperto del volo idro, e in questi mesi (anche su questo numero) avete letto dell’impresa per ricostruire una replica assolutamente fedele del SIAI S.55X.

Iniziative che hanno un solo fine, quello di recuperare un pezzo importantissimo di storia aeronautica italiana, una storia che il mondo ci invidia (e rispetta) e che noi, in nome del “politicamente corretto”, in nome della quintessenza dell’ipocrisia, abbiamo deliberatamente cancellato.

Le nefandezze del passato, non solo italiane, sono state però da tempo consegnate alla Storia, e non v’è motivo per non ricordare quanto di eccezionale fu fatto dagli aviatori italiani in un periodo d’oro.

Al punto che, tra le varie iniziative, lo scorso mese è partita una raccolta di firme a Orbetello, per chiedere l’intitolazione di una piazza o di una via a Italo Balbo, le cui spoglie riposano proprio a Orbetello, nel sacrario degli Atlantici. E contemporaneamente si sta lavorando a un progetto per rivalutare l’area dell’idroscalo e farne un punto di cultura e di orgoglio aeronautico che possa, tra l’altro, attrarre appassionati e visitatori, esattamente come accade in qualsiasi altro paese civile che valorizza il proprio passato.

Apriti cielo! Proteste veementi e articoli di giornale, l’ANPI (Associazione Partigiani) di Grosseto che strepita, la politica di basso cabotaggio che interviene gridando al revisionismo e all’insulto dei valori repubblicani.

Uno spettacolo che amareggia chiunque sia dotato di una dose basica di intelligenza e di capacità critica.

Una strumentalizzazione sciatta e ottusa. Che differenza con il caro Paolo Balbo, figlio terzogenito di Italo, che per tutta la sua vita ha ricordato con passione la figura del padre come pilota e come fondatore dell’Arma Azzurra, rifuggendo con forza, proprio lui, ogni strumentalizzazione, anche quelle che sarebbero tornate “utili”.

Paolo Balbo ora riposa accanto a suo padre, a Orbetello: ha concluso il suo percorso terreno lo scorso 16 dicembre e non ha avuto il tempo né di seguire queste tristi polemiche, né forse, di leggere l’articolo su Orbetello che gli avevo promesso da tempo: ogni volta che ci siamo incontrati il discorso è, infatti, finito sempre lì, sullo stato di abbandono dell’idroscalo e su tutto quanto si poteva fare per riportarlo a essere un polo museale di interesse mondiale.

Gli rendo onore per una vita percorsa da vero signore e per quanto ha fatto, dalla fondazione dell’Associazione dei Trasvolatori Atlantici, alla donazione di tutte le carte e dei documenti di suo padre, sempre tenendo la politica al di fuori della Storia.

Lo ricordo con una foto scattata dieci anni fa sulla terrazza dell’aeroporto Nicelli, con l’aerostazione appena ristrutturata: mentre tutti assaltavano il buffet lui se ne stava lì solo, affascinato a guardare il Tiger Moth giallo I-GATO parcheggiato sotto, e mi raccontava dei suoi voli proprio sul Tiger.

E a tutti coloro che leggendo questo editoriale non saranno d’accordo (con pieno diritto, sia chiaro), magari pensando che “non va celebrato un ex gerarca fascista”, dedico due immagini che tutti voi potete andare a trovare su Google Street View, nella città americana di Chicago: la splendida East Balbo Avenue, e il monumento celebrativo a Balbo proprio di fronte al porticciolo dove ammararono gli idrovolanti. Come spesso accade, dagli americani abbiamo molto da imparare, non solo per le novità della tecnica o per la semplicità delle normative, ma anche per qualche piccola lezione di civiltà.

Rodolfo Biancorosso – direttore@vfraviation.it

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